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Wednesday, 29 October 2014

Perché studiare inglese?




Pulire una soffitta è sempre una cosa affascinante... se non siamo noi a pulirla, e se riceviamo in dono uno scatolone pieno di tesori dimenticati!

Ecco, io ho avuto la fortuna di ricevere scatoloni pieni di… libri!

Con la meraviglia negli occhi, come i bambini a Natale quando scartano i regali, ho guardato uno dopo l’altro tutti i libri che lo scatolone conteneva. Tanto per citarne qualcuno: le short stories di Kafta, "The Bridget Jones’s Diary", "Sushi for Beginners" di Marian Keyes… autrice molto ironica i cui libri si leggono come si beve una bevanda fresca d’estate…

Ce n'è stato uno in particolare, però, a catturare la mia attenzione (un po’ per passione, un po’ per il piacere suscitato dal ricordo delle lezioni della mitica professoressa di glottologia e linguistica... la prof. Ciancaglini): “Mother Tongue” ovvero madre lingua di Bill Bryson.

Con un linguaggio semplice, ma preciso e accurato, Bill Bryson introduce il discorso sulla complessità dell’inglese e sul perché questa lingua sia da considerare diversa da tutte le altre, con uno stile così divertente e ironico che è veramente un piacere immergersi nella lettura dei suoi libri. Bill (lo chiamo Bill perché la lettura crea un rapporto autore-lettore molto intimo e surreale), americano, è conosciuto più come scrittore che come giornalista. Il suo stile, ironico e schietto, non è mai noioso. Basta guardare la frase di apertura del libro: More than 300 million people in the world speak English and the rest, it sometimes seems, try to ("più di 300 milioni di persone nel mondo parlano inglese e il resto, a volte, sembra provarci").

Lo scopo di questo post è quello di condividere con voi un paio di sue battute e aneddoti, come se lo stessimo leggendo insieme in un circolo letterario davanti a una buona tazza di tè.

… Le difficoltà dell’inglese sono tali che nemmeno i madrelingua riescono sempre a comunicare in modo efficace, cosa che quasi ogni inglese impara nel suo primo giorno in America. Nel bene e nel male, l’inglese è diventato la lingua più globalizzata al mondo, una lingua franca da usare in quasi tutti i campi, da quello degli affari a quello scientifico, dall’istruzione alla pop music e così via. Quando nel 1977 quattro nazioni europee (Francia, Italia, Germania e Svizzera) decisero di formare una joint venture relativa alla produzione di camion, si scelse l’inglese come ‘working language’ perché – osservò ironicamente uno dei fondatori – mette tutti sullo stesso piano di svantaggio…

Persino la Francia – continua Bill – la nazione linguisticamente più conservativa al mondo ha da tempo perso la sua guerra contro l’invasione dell’inglese. Già nel 1989, l’istituto Pasteur annunciò che la propria rinomata rivista medica sarebbe stata pubblicata, da lì in avanti, solo in inglese… visto che pochissime persone la leggevano in francese!
Si dice spesso che è la ricchezza del suo lessico a differenziare l’inglese dalle altre lingue, infatti la vasta gamma di sinonimi disponibili permette una miriade di sfumature diverse che spesso i non-madrelingua non riescono a cogliere. Per esempio la differenza tra house e home (il primo termine indica l’edificio mentre il secondo indica la dimora, il focolare domestico… la ‘casa dolce casa' per intenderci), o tra I wrote e I’ve written (e qui prometto che a breve pubblicherò un post dedicato esclusivamente alla contrapposizione tra simple past e present perfect. In due parole, questo è uno dei maggiori ostacoli che un italiano si trova di fronte nel suo percorso di apprendimento. Infatti, non esiste una corrispondenza con i nostri tempi passati: in inglese il simple past indica un’azione finita, che non ha più niente a che fare con il presente… anche se quest’azione è avvenuta ieri! Al contrario, il present perfect indica un’azione iniziata nel passato, ma tutt’ora in corso. Esempio: tra John broke his leg e John has broken his leg, non c’è alcuna differenza nella resa in italiano; entrambe si traducono con John si è rotto una gamba
La differenza sostanziale sta nel significato. Essendo ‘broke’ un verbo al simple past, la frase indica che sì, John si è rotto una gamba, ma ora sta bene… il gesso non ce l’ha più! Nella seconda invece l’uso del present perfect indica che l’azione è ancora in corso e quindi la gamba di John è ancora rotta!)



D’altro canto, ci sono anche cose che l’inglese non ha, come la differenza tra conoscere e sapere. Per esempio noi italiani abbiamo una parola che indica l’alone lasciato da un bicchiere bagnato sul tavolo: il culaccino… che – modestamente parlando – gli inglesi non hanno. O gli scozzesi: in gaelico esiste una parola che indica il solletichìo sul labbro superiore un attimo prima di bere un sorso di whisky: è sgriob.


Poi, naturalmente, ogni lingua ha una parte che – per esigenze pratiche – è più espressiva di altre. Gli eschimesi hanno diversi modi di definire la neve (neve croccante, neve soffice, neve fresca, neve vecchia…) ma nessuno che definisca la neve ‘semplice’… e poi ci siamo noi italiani. Dice Bill: gli italiani hanno più di 500 nomi per definire i ‘macaroni’; alcuni di questi, quando tradotti, tolgono perfino l’appetito (ma soltanto a loro, a noi certamente no!) come gli strozzapreti (che inglese sono i preti strangolati ‘strangled priests’) o i vermicelli (in inglese piccoli vermi ‘little worms’)… certo che allora… che dire degli HOT DOGS?


Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità e stimolato la voglia di imparare l’inglese, quanto meno per godersi la lettura di libri simpatici e divertenti come questo.

See you soon guys!
Vale


Tuesday, 21 October 2014

Linking expressions by purpose... scrivere e parlare non è mai stato così facile

Come promesso nel precedente post...
(e scusate l'immenso ritardo con cui riprendo il filo del discorso )

... ho cercato di fare una sorta di flower mind map (va beh... un fiore un po' stilizzato  ) che riassumesse le principali espressioni utili per scrivere e/o parlare. Infatti potrete usare questo schema per introdurre il vostro punto di vista o presentare il punto di vista di qualcun altro, per parlare in generale o per aggiungere un concetto, per mettere due 'idee' a confronto o per parlare di causa ed effetto, per suggerire qualcosa o per tirare le fila del discorso sia in una lettera, un'e-mail o un report, sia nell'eventualità di una coversazione. 

HOW TO PRINT A PICTURE FROM WEBSITES
Per stampare la mind map, posizionate il cursore sull'immagine, cliccate il tasto destro del mouse e salvate l'immagine con nome.


Questo post lo dedico a un mio corsista, P., che con grande determinazione è passato dal livello 0 ad un meritatissimo livello A2 in meno di 20 lezioni frontali... Great job P.! and now FULL SPEED AHEAD towards the B1 level


Stay tuned guys...

Vale

Tuesday, 8 July 2014

Cosa fare se ci dicono di redigere un REPORT...

Yes... I know... la 'pausa' è stata un po' lunghetta... 
allora mettiamoci subito al lavoro!


LET'S GET THE SHOW ON THE ROAD e iniziamo dicendo che lo stile di un report (ovvero una relazione, un resoconto o un rapporto) è bene sia 'formale' e quindi sarà preferibile:

- evitare la forma contratta ( it is a matter of... e non it's...)

- evitare parole generiche: meglio  problems, situations, issues, solutions…al posto di    
  things/something

- usare la forma passiva laddove possibile 
  (per esempio, anziché dire we are currently resuming production è preferibile dire 
   production is currently being resumed… ma tranquilli, a breve uscirà un post dedicato 
   alla forma passiva...)
 

- usare proposizioni relative per collegare diverse idee (the person who is in charge of the marketing department is a very well-known manager in the European market)

- usare parole più formali: 
  such as al posto di like;
                                          
  a large number of (+ countable noun) e a great deal of (+ uncountable noun) 
  al posto di a lot of;
  significantly, dramatically al posto di a lot;

Ricordatevi poi che il soggetto, in inglese, deve sempre essere espresso e verificate che concordi con il verbo (Increasing customers involves improving the marketing sector)

Bene, dopo questa prima smattering J ‘infarinatura’ di formal writing, passiamo oltre e vediamo, nel concreto, le frasi tipiche da utilizzare quando il capo ci chiede la stesura di un report: 

Per iniziare…
This report is based on…
This report outlines, highlights, looks at…
The main purpose/aim of this report is to underline, discuss, present, evaluate…
This report is aimed at stressing that…
The aim of this report is to draw attention to…

Essere o non essere d’accordo…
It is now widely accepted that
An increasing number of states share the view that pollution from below standard plants is a real threat for our planet.
Our trading partner is in tune with our company’s view of the future.
Summarizing the meeting held on… there was a general agreement that
---
During the meeting with our subsidiary company, there was a great deal of controversy over
As far as the visit to the plant is concerned, opinions differ about the safety measures…
There was a substantial disagreement among

Mettere in rilievo un punto di vista…
It is essential that…
It should be noted that…
It is worth bearing in mind that…
The research and development department plays a crucial role in designing…

Fare raccomandazioni:
It would (or wouldn’t) be advisable/pragmatical to…
The most effective way of … seems to be…
It is rather obvious that…
With regard to the new design, the general view seems to be…
It is evident from the accountancy department that…

Conclusione:
To improve the situation…
It is highly recommended that…
To sum up…
Finally, the recommendations are as follows:
In  light of the above, it is believed that…


Nel prossimo post, un po’ di linking expressions… 
scrivere non è mai stato più semplice… 
stay tuned…

Vale 


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Chi non conosce le lingue straniere non sa niente della propria. Johann Wolfgang Goethe, Massime e riflessioni, 1833